Ddl sicurezza, tra proteste e criticità

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Il 14 dicembre si è tenuta una manifestazione contro il ddl sicurezza, alla quale hanno partecipato anche gli operatori del settore della cannabis light. Questo disegno di legge rischia, infatti, di avere importanti ripercussioni sulla vendita e il consumo di erba contenente CBD.

La proposta di legge mira di fatto a equiparare la cannabis light alla cannabis stupefacente, con un contenuto di THC oltre lo 0,2%. Questo va decisamente contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha stabilito che la canapa light non può essere classificata come droga in quanto priva di effetti stupefacenti. Contiene infatti:

  • Cannabidiolo (CBD) per la stragrande maggioranza

  • Meno dello 0,2% di THC

Mentre in altri Paesi si stanno facendo passi avanti per la legalizzazione della canapa il nostro rischia di fare un brusco passo indietro. Questo nuovo decreto arriva dopo che il Tar del Lazio si era già espresso contro il decreto del ministro della salute Orazio Schillaci che voleva inserire le composizioni orali contenenti CBD nella tabella delle sostanze stupefacenti. Ora la politica ci riprova, con più vigore che mai. I risultati della votazione del Senato dovrebbero arrivare con l’anno nuovo.

Il ddl sicurezza mette in ginocchio l’eccellenza made in Italy

Il decreto sicurezza, già approvato alla Camera e che attende il vaglio del Senato, avrebbe importanti ripercussioni sulla filiera della canapa made in Italy. Un settore che conta oltre tremila aziende, con circa 15 mila occupati tra stabili e stagionali, e un fatturato di circa 1 miliardo di euro considerando solo i prodotti legati al fiore della cannabis.

Chiara Lo Cascio, membro del direttivo di Csi - Canapa Sativa Italia, chiarisce al periodico Domani che il settore della cannabis light è prezioso in quanto dà lavoro a persone giovani, dell’età media di 35 anni, contribuendo a riavvicinarle all’agricoltura e ripopolando aree del Paese a rischio spopolamento. Anche per questo, e non solo per i consumatori, il settore della canapa light è tanto prezioso.

Il disegno di legge attualmente in bozza prevede in pratica uno stop completo del settore perché vieta tutto: dall’importazione, alla cessione, alla lavorazione, alla distribuzione della canapa light.

I prodotti vietati dal ddl sicurezza

Secondo quanto si legge nel ddl sicurezza ad essere vietate sarebbero “le infiorescenze della canapa (cannabis sativa L.) coltivata, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché i prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati”. Quindi ci sarebbe uno stop al commercio di qualsiasi prodotto contenente canapa light, dalle preparazioni alimentari fino agli olii e ai liquidi per sigarette elettroniche. Questo comporterebbe la chiusura forzata dei negozi del settore, mentre le tabaccherie dovrebbero smettere di vendere queste tipologie di prodotti.

La cannabis medica

Attualmente in Italia il consumo di cannabis a scopo ricreativo è vietato, è consentito invece il consumo di cannabis medica. Questo perché alla pianta di canapa sono riconosciute incredibili proprietà officinali utili per gestire una vasta gamma di malattie, dal dolore cronico all’anoressia e cachessia. Nel nostro Paese l’unico soggetto autorizzato a coltivare la cannabis è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Si stima che ogni anno in Italia circa 50 mila pazienti beneficino degli effetti della cannabis terapeutica. Purtroppo, secondo un sondaggio del Comitato Pazienti Cannabis Medica, il 74% degli intervistati dichiara di non riuscire a fruire con costanza del prodotto che pure sarebbe indispensabile per la loro salute.

Dove è legale la cannabis in Europa

Attualmente la cannabis (light e non) è legale a Malta e in Lussemburgo. In Francia, Svizzera, Belgio e Germania è consentita la vendita di canapa light. I Paesi Bassi e la Spagna hanno regolamentazioni piuttosto borderline, consentendo la vendita e il consumo di cannabis “classica” all’interno di coffee shop e social club.

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