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Tecniche di essiccazione e concia della cannabis per una qualità top

Jun 17, 2025
Tecniche di essiccazione e concia della cannabis per una qualità top

Hai curato ogni dettaglio della coltivazione, parlato alle piante come fossero Tamagotchi e ora hai in mano le tue belle cime. Ma occhio: il vero boss di fine livello” non è la semina, ma ciò che succede dopo il raccolto. Lessiccazione e la concia sono le fasi che trasformano lerba in una poesia da fumare o in una triste storia dal retrogusto di fieno. Ti spieghiamo come non sbagliare nemmeno un grado o un grammo.

Essiccazione: larte del non avere fretta

Lessiccazione non è solo questione di far asciugare” le cime. È il momento in cui i terpeni si decidono se restare o volatilizzarsi, il THC si conserva (o si degrada) e la tua cannabis si prepara a diventare il fiore profumato che merita di essere. Insomma: qui non si corre. Qui si affina. Preparati a entrare in modalità slow motion — ma quella bella, tipo montaggio da film zen.

 Temperatura, umidità e oscurità: il trittico sacro

Vuoi unessiccazione da manuale? Serve un ambiente zen: buio, fresco e ventilato ma senza colpi daria. La temperatura ideale sta tra i 18 e i 22°C, con unumidità relativa stabile tra il 45 e il 55%. Sì, ci vuole un podi sbatti a tenere tutto sotto controllo, ma è qui che i terpeni (gli oli essenziali che danno sapore e aroma) decidono se restare o svanire nel nulla.

La luce è il nemico numero uno: degrada THC e altri composti in pochi giorni. Quindi, niente finestre spalancate. Per la ventilazione, un ricambio daria lento ma continuo è la chiave. Un ventilatore piccolo, non puntato direttamente sulle cime, va benone. Il tutto va monitorato con termometri e igrometri (digitale, che siamo nel 2025, grazie).

Quanto tempo? Il giusto

Di solito servono 7–14 giorni, ma non guardare il calendario: ascolta le cime. Quando un rametto fa crack” se lo pieghi, sei a cavallo. Se si piega e basta, dai ancora qualche giorno. Evita come la peste unasciugatura rapida: ti ritrovi con cime dure fuori ma umide dentro. E fumo che sa di clorofilla bruciata. Bleah.

Metodi di essiccazione: dal grower con garageal NASA-approved

Quando si parla di drying, non esiste un solo modo per farlo bene ma tanti modi per farlo male. Dal classico apprendimento alla liofilizzazione da scienziato pazzo, ogni tecnica ha i suoi pro, i suoi sbatti e il suo risultato. Ecco una panoramica delle opzioni, dalla più “homemade” alla più high-tech. Scegli la tua arma!

Appendimento tradizionale

Vecchia scuola, ma mai fuori moda. Si appendono i rami a testa in giù in una stanza buia con buona aria. Richiede attenzione maniacale ai parametri, ma in cambio ottieni una drying lenta, naturale e rispettosa dei profili terpenici. Puoi farlo anche in grow box spente, con lestrattore acceso e un filtro a carboni per lodore.

Essiccazione in ambiente controllato

Vuoi essere sicuro al 100% del risultato? Investi in un dry-box o camera di drying con umidità e temperatura regolate da sensori. I vantaggi? Qualità costante, meno rischio muffe, più terpeni. Lo svantaggio? Prezzo e un minimo di skill tecnica (no, Alexa non basta). Alcuni sistemi avanzati regolano perfino il punto di rugiada per unessiccazione scientificamente perfetta.

Liofilizzazione – aka freeze-drying

Per i fan dellhi-tech e dei risultati rapidi. Il freeze-drying congela i fiori e fa evaporare il ghiaccio sotto vuoto. In 24 ore ottieni cime asciutte, potenti, super aromatiche e zero rischio muffe. Sembra la soluzione dei sogni, ma servono macchine costose e competenze. E alcuni puristi storcono il naso: troppo secco, troppo freddo, troppo perfetto”. Però, se ben fatto, è uno spettacolo.

 Concia (curing): il time skip” che cambia tutto

Se lessiccazione è il momento in cui la cannabis si stabilizza, la concia è quando prende davvero forma: laroma si affina, la clorofilla se ne va e il fumo diventa smooth come una playlist jazz a volume basso. È una fase delicata ma fondamentale e sì, richiede tempo. Ma te lo ripaga in gusto, effetto e qualità finale.

Concia in barattolo con burping

Prendi i tuoi barattoli in vetro (mason jar, per gli amici) e metti dentro le cime ben asciutte. Niente pressioni o schiacciamenti: devono respirare. Nei primi 7–10 giorni apri 1–2 volte al giorno per far uscire lumidità e portare aria nuova. Poi puoi passare a 1 volta ogni 2–3 giorni. Dopo 4 settimane inizi a sentire laroma esplodere.

Lumidità interna dovrebbe stare tra 55% e 62%. Un igrometro da barattolo (mini e digitale) ti salva da muffe o cime troppo secche. Se lumidità sale troppo (>65%), apri di più. Se scende troppo (<50%), puoi usare una buccia darancia o meglio ancora un pacchetto Boveda.

Concia automatica: pacchetti igroregolatori

I pacchetti tipo Boveda o Integra Boost mantengono lumidità al punto giusto (es. 62%) in modo automatico. Inseriscili nei barattoli e rilassati. Riduci il burping e i rischi. Alcuni li usano anche per la conservazione a lungo termine, magari con contenitori opachi come i CVault in acciaio inox.

Concia breve, media o lunga?

           2–3 settimane: fumo meno aggressivo, ma aroma ancora in evoluzione.

           4–8 settimane: profilo terpenico pieno, combustione ottima, aroma maturo.

           3–6 mesi (o oltre): esperienza gourmet. Sfumature terrose, meno THC (leggero calo), più carattere.

 Strumenti da non farsi mancare

           Igrometro + termometro (combinato digitale = win)

           Deumidificatore o umidificatore (in base al clima)

           Ventilatore soft (no uragani domestici)

           Retine di essiccazione (se lavori in bulk)

           Barattoli vetro scuro e CVault

           Pacchetti Boveda 58–62%

           Scissors da trimming + guanti (eviti resina ovunque)

 Il risultato finale: profumo, potenza, fumo da 10 e lode

Quando lessiccazione è lenta e la concia ben fatta, il risultato è puro godimento. Il profilo terpenico esplode, la potenza si conserva al massimo (senza degradare i cannabinoidi), e il fumo è vellutato. Niente raschi in gola, solo chill autentico.

Fai un errore? Ecco cosa succede:

           Troppa fretta = sapore di fieno e fumo che grattugia la gola

           Troppo secco = effetto più debole, aromi svaniti

           Troppo umido = muffe, odore di ammoniaca e raccolto sprecato

 Vuoi tutto questo, ma senza diventare un meteorologo?

Ci pensiamo noi.

Da Piggy Weed, tutte le infiorescenze sono essiccate lentamente e conciate con cura maniacale. Non lasciamo nulla al caso: umidità controllata, aroma protetto, effetto garantito. Così tu devi solo aprire il barattolo e goderti il risultato.

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