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Guida alla perfetta coltivazione di autofiorenti indoor e outdoor

Le varietà di cannabis autofiorenti danno grandi soddisfazioni agli appassionati, sia esperti che principianti: si tratta infatti di genetiche selezionate per passare dal seme alla maturazione in sole 8 settimane! In questo articolo ci occuperemo di come coltivare autofiorenti indoor e outdoor seguendo il processo settimana per settimana. Una guida sintetica ma completa per fare sì che i vostri semi autofiorenti diano il meglio di sé!

Cos’è una pianta autofiorente

Le piante autofiorenti sono dotate di una speciale caratteristica genetica che permette loro di passare dalla fase vegetativa alla fioritura senza essere influenzate dalle condizioni di luce ambientali. Di norma le piante fioriscono in determinati periodi dell’anno (ad esempio la primavera) perché sono influenzate dalle variazioni della luce (in primavera ci sono più ore di sole). Le autofiorenti sono molto più versatili perché non fioriscono in base alle condizioni ambientali ma soltanto in base alla loro età: fioriscono quando sono pronte e non si lasciano influenzare troppo dall’ambiente! 

Questo non vuol dire che le autofiorenti debbano essere lasciate a se stesse: un ambiente consono e una buona quantità di luce servono lo stesso. Però questa particolare caratteristica le rende coltivabili in una varietà di condizioni, anche outdoor, e permette di ottenere molti più raccolti annuali.

La cannabis autofiorente è particolarmente apprezzata per la sua crescita rapida, rendendola un valido passatempo che non fa attendere eccessivamente i risultati del lavoro svolto!

Come far crescere bene una pianta autofiorente

Le piante di cannabis autofiorenti rendono la coltivazione indoor più economica, perché non richiedono variazioni del fotoperiodo. Quindi, quanta luce dare ad un autofiorente? È sufficiente regolare le lampade su un ciclo standard di 18 ore di luce e 6 di buio. La leggenda metropolitana che lasciando le piante sempre illuminate si ottenga una fioritura migliore non è vera, anzi! Bastano le ore di luce standard per ottenere un buon raccolto risparmiando sull’energia elettrica.

Per quanto riguarda il ph del terreno, è bene fare attenzione a non utilizzare un sostrato troppo alcalino (ph alto) o troppo acido (ph basso). Dotatevi di un misuratore di ph e controllate il terreno prima di piantare i semi: il ph ideale per la cannabis è compreso tra 6,0 e 6,5.

Le varietà autofiorenti prediligono un substrato con buona aerazione per facilitare l’ossigenazione delle radici. Molti coltivatori, per ottenere questa caratteristica, miscelano la terra con perlite o fibra di cocco. Un altro modo semplice per aerare il terreno è praticare fori nel vaso. L’ideale per le autofiorenti è operare un mix tra queste due tecniche.

Autofiorenti settimana per settimana: guida alla coltivazione indoor

Ripercorriamo in questa sezione le principali fasi della crescita delle piante autofiorenti, step by step, con le indicazioni principali per coltivare al meglio.

Fase 1: germinazione + fase di plantula

Prima di piantare il vostro seme, assicuratevi di preparare per lui un substrato adeguato. La ricetta ideale prevede 3 parti di torba, 3 parti di compost, 2 parti di perlite inumidita e 1 parte di vermiculite, sempre inumidita. Potete aggiungere al terreno anche un po’ di micorriza, un fungo che aiuta le piante a crescere aiutandole ad assorbire meglio le sostanze nutritive del terreno.

È meglio piantare le vostre autofiorenti direttamente nel loro vaso definitivo, assicurandosi che sia abbastanza grande per la pianta adulta. In questo modo eviterete alle piantine giovani e fragili lo stress del trapianto.

Le piante autofiorenti germinano normalmente in 3 giorni. Questo è il tempo necessario affinché il seme attecchisca, formi le prime radici e sbuchi dal terreno.

Se coltivate indoor e avete la possibilità di controllare i fattori ambientali, cercate un’umidità relativa intorno al 70-90% e una temperatura di 22-25 gradi.

  • Fase 2: plantula avanzata

  • Le piantine sono emerse dal terreno ed è il momento di dare loro l’illuminazione che meritano. Se coltivate indoor potete utilizzare luci al LED settate sulla “luce blu” con potenza di 250w per pianta. Il ciclo di illuminazione, come abbiamo anticipato precedentemente, può rimanere invariato nel tempo con 18 ore di luce e 6 di buio. 

    Se volete aiutare la crescita delle vostre piantine potete utilizzare anche un fertilizzante per autofiorenti, seguendo le istruzioni sull’etichetta. Ricordate di scegliere fertilizzanti specifici, perché le autofiorenti hanno bisogno di meno nutrimento rispetto alle fotoperiodiche. Se avete già un fertilizzante per fotoperiodiche usatene ¼ rispetto alla dose normale.

  • Fase 3: vegetativa

  • Intorno alla terza settimana dall’impianto del seme le piantine di cannabis entrano in piena fase vegetativa. In questa fase le condizioni ambientali ottimali prevedono una umidità relativa di circa il 50% con temperatura di 20 gradi. Per l’acqua è raccomandato annaffiare con 0,5 litri/die.

    Per aumentare la produttività della vostra canapa potete usare, in questa fase, la tecnica del low-stress training: legate un filo intorno al fusto della piantina e piegatelo delicatamente in modo che lo stelo sia parallelo al terreno. Fissate poi il filo al vaso. In questo modo tutte le foglie saranno meglio esposte alla luce.

  • Fase 4: vegetativa avanzata

  • La fase vegetativa avanzata si raggiunge intorno alla quarta settimana e predispone all’inizio della fioritura. Continuate ad annaffiare le vostre piante con 0,5 litri di acqua al giorno, continuate a somministrare il fertilizzante secondo le istruzioni e abbassate un pochino l’umidità relativa, al 45%. Mantenete una temperatura ambientale di 20 gradi e continuate ad applicare il low stress training, questa volta non più al fusto principale ma soltanto ai rami secondari. Le autofiorenti dopo 20 giorni sono già belle piante robuste e ricche di foglie.

  • Fase 5: inizio fioritura

  • Nella quinta settimana dovreste notare l’inizio fioritura autofiorente: sulla pianta di cannabis compaiono nodi e piccoli “bozzoli” filamentosi che diventeranno i nostri fiori. A questo punto le piante sono vigorose, alte circa 30 centimetri l’una. 

    Se usate lampade al LED, è ora di cambiare lo spettro luminoso settandolo da “luce blu” a “luce rossa”. Se nella prima fase di vita delle piantine avete usato poco concime, è ora di dare una mano con un apporto più sostanzioso: aumentate la dose di potassio, calcio e magnesio e riducete l’apporto di azoto. Aumentate anche l’acqua, annaffiando le piante con un litro al giorno.

  • Fase 6: fioritura avanzata

  • Nella sesta settimana i fiori saranno ben visibili tra le foglie e potrete già pregustare il vostro raccolto. Ma non siamo ancora alla fine, per cui mantenete alta l’attenzione!

    Abbassate l’umidità relativa al 40%. Fornite un litro e mezzo di acqua al giorno. Settate la temperatura a 24 gradi. Controllate le piante per evitare che sviluppino strutture “ermafrodite”, piccole protuberanze a forma di banana, ed eliminatele.

  • Fase 7: manutenzione della pianta

  • La settima settimana, per quanto riguarda i settaggi ambientali, è identica alla sesta, ma questo non vuol dire che ci si possa dimenticare delle piante. Esaminatele regolarmente con l’aiuto di una lente di ingrandimento per controllare che non si formino muffe o non sopraggiungano parassiti.

  • Fase 8: risciacquo e defogliazione

  • L’ottava settimana per molte varietà di autofiorenti coincide con il momento del raccolto, mentre per altre sarà il caso di aspettare ancora altre due settimane. A questo punto in tutte le varietà le cime sono diventate corpose e resinose. 

    Se la vostra pianta è un po’ indietro e c’è da aspettare ancora un pochino, questo è il momento ideale per operare il lavaggio delle radici.

  • Fase 9: ultimi controlli

  • Nella nona settimana le foglie di cannabis, dalla tipica forma a ventaglio, potrebbero ingiallirsi e cadere. Nessun panico! Questo indica che la raccolta è vicina. 

  • Fase 10: raccolto

  • Se gran parte dei tricomi è diventata bianca e i pistilli hanno assunto una colorazione rosso bruna, è il momento di godere della tanto attesa soddisfazione dopo settimane di attesa e lavoro. È il momento, insomma, di raccogliere le cime e di sottoporle a essicazione e concia prima di poterle finalmente consumare. Quanto produce una pianta autofiorente indoor? Se ben coltivata, tra i 30 e i 40 grammi di “erba” da gustare.

    Coltivare autofiorenti outdoor

    Con questa guida avete iniziato a conoscere e apprezzare le varietà di cannabis con fioritura autofiorente e vi starete chiedendo se, per via delle loro caratteristiche speciali, sia possibile anche coltivare autofiorenti outdoor in vaso o in terreno aperto. La risposta è ovviamente sì!

    Per quanto riguarda la germinazione, questa può essere fatta esponendo i semi alla luce sopra un tovagliolo di carta tenuto sempre umido, oppure si possono collocare direttamente nel terreno. Come detto per la coltivazione indoor, è importante che il vaso sia sempre lo stesso dall’inizio alla fine del processo per non stressare la pianta. Il vaso ideale per l’outdoor è 7-15 litri per pianta.

    Attenzione! Se coltivate direttamente in giardino, sappiate che il terreno di cui disponete potrebbe non essere adatto alla cannabis. Meglio usare vasi e un sostrato specifico, oppure scavare buche nel terreno e riempirle del sostrato stesso, che è 3 parti di torba, 3 parti di compost, 2 parti di perlite inumidita e 1 parte di vermiculite.

    Nella coltivazione autofiorenti outdoor non avrete la possibilità di controllare l’umidità ambientale e la luce, ma seguite le stesse istruzioni proposte per l’indoor in fatto di acqua e nutrienti (a meno che non piova, in tal caso regolatevi).

    Quanto tempo ci vuole per una pianta autofiorente coltivata all’aperto? Nella stagione primaverile o estiva le piante di cannabis si sviluppano outdoor più o meno con gli stessi tempi dell’indoor: dai 60 giorni fino agli 80 per le varietà più lente. È sconsigliato coltivare autofiorenti in inverno perché le condizioni potrebbero non essere ideali.

    Saprete che è il momento di raccogliere le cime quando i tricomi assumeranno un colore lattiginoso. I tricomi della cannabis sono piccole ghiandole a forma di fungo posizionate sulle foglie tenere della canapa. Durante lo sviluppo sono di colore semitrasparente e virano al bianco latte solo quando il raccolto è pronto. Controllate anche che i pistilli abbiano raggiunto il caratteristico colore rosso o marrone.

    Nella coltivazione outdoor è particolarmente importante fare attenzione ai possibili attacchi di parassiti, come i ragnetti rossi. I parassiti possono essere allontanati in maniera naturale introducendo nel giardino i loro antagonisti: le coccinelle mangiano gli afidi, gli acari predatori eliminano i ragnetti rossi, le mantidi religiose sono ghiotte di bruchi, afidi e mosche bianche. È possibile acquistare esemplari di questi insetti nei negozi di giardinaggio o cercare di attirarli coltivando, accanto alla cannabis, piante di cui sono ghiotte le loro prede.

    Training per le autofiorenti

    Sia in indoor che in outdoor è possibile sottoporre le autofiorenti a training, ma solo del tipo “low stress”. Come abbiamo visto prima, il low stress training permette di ottimizzare la resa della cannabis facendola crescere in modo più simmetrico e garantendo a ogni stelo o rametto l’apporto di luce ottimale. La tecnica del low stress training comporta la piegatura della pianta, prima dello stelo principale e poi delle diramazioni secondarie, con l’aiuto di un filo da giardinaggio. Esistono altre tecniche di training usate per massimizzare la resa della cannabis, ma non sono adatte alle varietà autofiorenti che in genere le mal sopportano.

    Note sull’annaffiatura

    Quando annaffiate le vostre autofiorenti tenete a mente che “in medio stat virtus”: non affogatele d’acqua e non lasciatele a secco! Seguite le dosi che vi abbiamo proposto facendo attenzione a bagnare bene tutta la zolla di terra e a fermarvi quando l’acqua fuoriesce dagli scoli del vaso prima di annaffiare ancora. Se la zolla è ancora bagnata al momento della prossima annaffiatura è meglio aspettare ancora un pochino. 

    Conclusioni

    Le autofiorenti sono varietà di cannabis di cui vi innamorerete per via della loro rusticità, della semplicità di coltivazione e dell’ottima e veloce resa! Sono piante che si prestano bene ad essere coltivate all’aperto in primavera ed estate perché fioriscono non in base alla luce ma in base al loro stadio di crescita, cosicché non dovrete continuare a spostare i vasi in giro per il giardino temendo che non vedano abbastanza sole. Anche la coltivazione indoor risulta facilitata ed economica rispetto alle altre varietà, permettendo di settare la lampada sempre allo stesso modo per tutte le fasi, con 18 ore di luce e 6 di buio.

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