CBD, il Tar del Lazio sospende il decreto che ne vietava la vendita per uso orale

CBD, il Tar del Lazio sospende il decreto che ne vietava la vendita per uso orale

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Il recente decreto del 7 agosto 2023 che voleva includere il CBD tra le sostanze stupefacenti, vietandone la libera vendita nei prodotti per uso orale (oli ecc.) è stato sospeso dal Tar del Lazio. Perciò, almeno fino al 24 ottobre, sarà ancora consentito acquistare liberamente da privati prodotti contenenti CBD. Per quella data è stata fissata un’udienza che, si spera, chiarirà definitivamente l’insensatezza del considerare il cannabidiolo in questione come una sostanza stupefacente – perché semplicemente non lo è.

Il ricorso contro il decreto che voleva limitare la vendita del CBD, circoscrivendola alle farmacie e solo dietro presentazione di ricetta medica, è stato presentato dall’associazione Imprenditori Canapa Italia. Come sappiamo è stato accolto, almeno fino a nuovo ordine. 

Il governo, infatti, ha voluto limitare la libera vendita del CBD pur non avendo raccolto i pareri scientifici necessari per determinare il suo eventuale potere psicotropo: si è trattato, come appare in modo sempre più evidente, di una decisione ideologica che prescinde dall’oggettività dei fatti. Dimostrata la leggerezza con cui il decreto è stato emanato, si renderà necessario un riesame che stavolta dovrà essere legato ai dati scientifici misurabili più che alle parole.

Il decreto anti-cannabis non solo è stato approvato senza il parere dell’Istituto Superiore di Sanità, ma va anche in contrasto con la giurisprudenza UE, secondo la quale il CBD non è considerabile una sostanza stupefacente o psicotropa.

Si riaccende lo scontro tra Fratelli d’Italia, che tramite il deputato Riccardo De Corato conferma le proprie posizioni “contro tutti gli stupefacenti” e i coltivatori e venditori di canapa, in molti casi colpiti da veri e propri sequestri di beni che da un giorno all’altro sembravano divenuti illegali.

È quantomai fondamentale che la decisione finale venga presa su basi scientifiche, con dimostrazioni fattuali circa i benefici del CBD e i suoi eventuali rischi, considerati in quasi tutto il mondo talmente irrisori da permettere una vendita libera al grande pubblico.

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