Il CBG è una sostanza “antica” della cannabis in quanto discende dalla madre di tutti i cannabinoidi, la CBGA, che durante la crescita della piantina si differenzia chimicamente e si trasforma in THC, CBD eccetera. Il CBGA esposto al calore (incluso quello del sole) si trasforma in CBG.
Si è calcolato che la maggior parte delle varietà di marijuana coltivate contengano meno dell’1% di CBG al momento della raccolta. Un vero peccato, visto che gli studi più recenti hanno confermato l’importanza del CBG elencando i suoi molteplici effetti benefici. Infatti, i coltivatori stanno già studiando la possibilità di effettuare degli incroci per incrementare la quantità di CBG nelle loro piante.
Come il CBD, il CBG non “sballa”, ma in compenso sembra utile per gestire diverse forme e livelli di dolore fisico. Ancora, in modo simile al più famoso “cugino“ CBD, il nostro cannabinoide sembra avere effetti antinfiammatori, tant’è che lo si sta testando in particolare per le malattie infiammatorie intestinali. Recenti studi condotti all’università di Napoli sui topi vanno proprio in questo senso, con risultati fortemente positivi.
Sembra poi che il CBG possa rivelarsi un valido aiuto nel contrasto di gravi patologie legate alla terza età, come ad esempio il glaucoma e le malattie neurodegenerative. Per quanto riguarda il glaucoma, il CBG si è dimostrato efficace per ridurre la pressione intraoculare (almeno è stato così negli esperimenti condotti, a partire dagli anni ’90, sui gatti). Per quanto riguarda le malattie neurodegenerative, la scienza si sta concentrando sul morbo di Huntington, per alcuni aspetti del quale un trattamento con CBG sembra adeguato.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: è meglio il CBD o il CBG, visto che alcuni effetti sono simili? In realtà i risultati di un trattamento con CBD o CBG sono simili solo in alcuni aspetti, come la riduzione di spasmi e infiammazione, ma i due cannabinoidi sono molto diversi tra loro.
Il punto è che fare una cura con CBG oggi è molto difficile perché è una componente presente in minima parte nella cannabis legale che viene venduta e, soprattutto, perché gli studi di medicina sulla sostanza sono ancora in corso. Meglio optare per il CBD al momento, più economico e facile da reperire e con ottimi risultati per la salute, anche se probabilmente in futuro la scelta tra l’uno o l’altro cannabinoide potrebbe essere più semplice.
In ogni caso il CBG è già da oggi perfettamente legale in Italia, anzi, non è nemmeno indicato nell’elenco delle sostanze psicotrope stabilito dalle Nazioni Unite.