Dalla tessitura alla medicina, fino alla meditazione religiosa… la pianta della cannabis ha attraversato la storia e la cultura di moltissimi popoli del mondo ed è ancor oggi molto amata!
La cannabis è una pianta che l’uomo ha conosciuto e utilizzato in mille modi fin dalle epoche più lontane. Le testimonianze più antiche del suo uso risalgono a oltre 10.000 anni fa! Sono infatti databili a quell’epoca dei semi fossili ritrovati in una grotta in Romania e delle stoviglie con filamenti vegetali ritrovate in Cina.
L’origine della pianta è da ricercarsi nelle immense praterie della Siberia meridionale: è lì che i nomadi del Neolitico hanno imparato a conoscere la forza delle sue fibre, perfette per la tessitura, e poi anche gli effetti psicotropi delle sue foglie e dei semi.
La prima testimonianza storica dell’uso della cannabis come medicinale risale al 2700 a.C. circa: l’imperatore cinese Shen Nung, appassionato studioso di erboristeria, scrisse in un trattato che la cannabis era molto utile per curare la gotta, la stipsi, ma anche la “debolezza mentale”. Molto lontano dalla Cina degli imperatori, nell’Egitto antico, la cannabis venne utilizzata a partire dal 2000 a.C per curare le irritazioni oculari: per questo scopo le foglie venivano tritate insieme al miele.
Gli assiri, insieme a diversi altri popoli mediorientali, già in epoche remote utilizzavano la cannabis per le sue proprietà psicoattive. L’uso della pianta a scopo meditativo e religioso è documentato in molte religioni arcaiche e, secondo alcuni studiosi, anche nella Bibbia, dove è descritta una particolare “canna odorosa” (kaneh bosm). Nei Veda, i testi sacri della religione induista, si parla più volte di un’erba utile contro l’ansia e utilizzata nelle cerimonie religiose: secondo gli esegeti si tratta proprio della cannabis!
Anche se alcuni studiosi credono che l’erba sia arrivata nelle Americhe dopo la
colonizzazione europea, recenti scavi archeologici hanno trovato semi di cannabis persino nelle sepolture delle civiltà precolombiane.
Un’erba diffusa in tutto il mondo e utilizzata pressoché ovunque per una varietà di scopi dal medicinale, al tessile, al religioso e al ricreativo non poteva che generare una varietà di nomi: la cannabis è conosciuta come canapa, come ganja (dal sanscrito), come hasish (dall’arabo) e come marijuana (nome americano) ma è ormai anche l’”erba” per antonomasia!
La fortuna della cannabis in Europa è stata piuttosto altalenante nel corso della storia. I greci e i romani la conoscevano, come emerge dai trattati di studiosi come Erodoto, Plinio e Galeno. Tra la tarda antichità e il medioevo la pianta era conosciuta soprattutto come un
rimedio contro l’otite: così la descrive anche papa Giovanni XXI, che oltre a essere
vescovo di Roma era anche laureato in medicina. Forse alla sua epoca, nel dodicesimo secolo, la cannabis era piuttosto diffusa in Europa, ma nel 1484 papa Innocenzo VIII vietò la sua coltivazione e il suo uso come medicinale, definendola una pianta “malefica”.
A riportare la cannabis in Europa furono i soldati di Napoleone, dopo la campagna
d’Egitto. Nel Paese nordafricano le truppe poterono provare in prima persona gli effetti benefici della pianta. Pochi anni dopo, nel 1839, il medico irlandese William Brooke O’Shaughnessy scrisse una famosa relazione sugli effetti benefici della cannabis, da lui conosciuta e provata in India, e ne favorì la circolazione come rimedio per le convulsioni, il tetano, l’epilessia e i reumatismi.
Gli studiosi moderni hanno confermato i benefici della cannabis, e in particolare del
composto detto CBD al suo interno, per favorire il sonno notturno, ridurre l’ansia e
alleviare il dolore. Nonostante molti governi continuino a vietare la cannabis (che è la droga “ricreativa” più usata al mondo) il dibattito continua a imperversare, perché i benefici portati da quest’erba sono davvero, davvero tanti! Ecco perché, in Italia, si è ottenuto dopo tanti anni di proibizionismo un primo successo con l’apertura alla cosiddetta cannabis legale, ricca in CBD ma priva di THC (la sostanza responsabile degli effetti psicotropi).