Cos’è l’HHC, quali effetti ha e che rischi ci sono a utilizzarlo

Cos’è l’HHC, quali effetti ha e che rischi ci sono a utilizzarlo

Per alcuni appassionati, ricercatori e commercianti l’HHC (esaidrocannabinolo), una nuova molecola sintetica prodotta a partire dalla cannabis legale, sembra essere la manna dal cielo: effetti terapeutici simili al THC senza una base psicoattiva, o con effetti psicologici lievi; legalità (al momento); possibilità di profitto.

Ma è davvero tutto così rose e fiori? Per scoprirlo dobbiamo addentrarci un po’  di più nel mondo dell’esaidrocannabinolo scoprendone tutte le caratteristiche palesi e nascoste.

HHC, cos’è?

La marijuana contiene naturalmente cannabinoidi, molecole che interagiscono con il sistema endocannabinoide presente nel nostro organismo legandosi ai recettori cb1 e cb2 e provocando i ben noti effetti di rilassamento, attivazione mentale e leggerezza. Mentre il THC e il CBD sono cannabinoidi naturali presenti in gran quantità nelle cime e nelle foglie della weed, l’esaidrocannabinolo è di produzione sintetica e viene ottenuto con un processo di laboratorio.

Dunque, come si ricava? Esistono molti modi per sintetizzare questa molecola, ma il più comune consiste nel trattare il CBD naturale mettendolo sotto pressione ad alta temperatura e facendolo interagire con l’acido cloridrico. In linguaggio chimico le molecole di hhc si ottengono sostituendo nella molecola di CBD naturale un gruppo metilico dal carbonio 9 e rimpiazzandolo artificialmente con un gruppo metilico dal carbonio 6.

Questo processo di sintesi permette di ottenere una molecola non psicoattiva al pari del CBD, ma con effetti che risultano comunque simili al THC.

Qual è la differenza tra HHC e THC?

La prima differenza tra THC e HHC, come abbiamo visto, riguarda il fatto che la prima è una sostanza naturale e il secondo una sostanza sintetica. Sembra che il THC abbia degli effetti maggiori rispetto al CBD in termini di attivazione mentale, risultando non solo un calmante ma anche un euforizzante. Gli aspetti psicoattivi della sostanza sono però molto più circoscritti, rendendo l’esaidrocannabinolo una via di mezzo tra il CBD e il THC in termini d’effetto. Sembra che l’esaidrocannabinolo nel complesso abbia effetti più lievi del THC ma in compenso molto più duraturi.

HHC: effetti principali

Gli effetti dell’esaidrocannabinolo non sono tanto noti e studiati come quelli dei cannabinoidi più famosi, tuttavia gli studi che finora sono stati fatti sembrano promettenti!

Questa molecola, pur avendo effetti un po’ attenuati rispetto al THC e non essendo psicoattiva come quest’ultimo, sembra mostrare interessanti risultati contro il dolore (analgesia) e contro la nausea e il vomito (antiemetia). Inoltre aiuterebbe a combattere le infiammazioni e svolgerebbe un ruolo nella lotta contro ansia e depressione.

La nuova molecola sembra a molti la manna dal cielo, in grado di aggirare il bando sul THC e di avere a disposizione una cannabis terapeutica potenziata rispetto alla normale erba legale: ma è proprio così?

L’HHC è legale in Italia?

Al momento questa molecola in Italia e nell’UE è legale principalmente per un vuoto nel sistema di legislazione, in quanto viene venduta come un estratto naturale della canapa.

La tabella delle sostanze stupefacenti nel nostro Paese non comprende infatti questa nuova molecola, ma il DPR 390/90 suggerisce che potrebbero risultare illegali anche dei derivati di sostanze note pur non essendo ancora in tabella. La questione è piuttosto dubbia, dunque, anche se per ora non si può certo dire che la nuova molecola non sia legale.

Molti sostengono che l’HHC dovrebbe essere considerato al pari della cannabis light ma non si sa ancora bene quanto sballa e quali sono gli effetti collaterali concreti, quindi la tabella delle “droghe” andrà aggiornata nel futuro. Probabilmente l’esaidrocannabinolo finirà per essere messo al bando tanto quanto il THC.

Inoltre occorre ancora studiare quanto rimane nel sangue, sia in chi lo usa spesso sia in chi lo prova per la prima volta, anche se pare non sia rilevabile dai classici test antidroga. In ogni caso, piuttosto che a queste cose, sarebbe meglio guardare alla vera convenienza dell’esaidrocannabinolo in termini di salute, come vedremo più avanti.

L’HHC fa male?

Molti si chiedono se il l’esaidrocannabinolo possa fare in qualche modo male se inalato con vaporizzatori o digerito. In effetti sembra che la molecola abbia effetti collaterali se assunta in dosi elevate o troppo spesso.

L’esaidrocannabinolo non è progettato come una sostanza psicoattiva ma potrebbe avere comunque effetti simili al THC come euforia e stato alterato di coscienza. Bello, no? Non proprio: queste molecole producono effetti collaterali che comportano anche vertigini, sonnolenza o senso di sedazione, confusione mentale.

A livello più “fisico” tra gli effetti collaterali annoveriamo la secchezza della gola, gli occhi rossi e alterazioni nella sete o nell’appetito.

Qualche ricercatore ipotizza che un uso a lungo termine potrebbe comportare dei danni neurologici oltre a una forte dipendenza: per questo è bene essere cauti e continuare a studiare seriamente cosa fa il HHC stabilendo se sia o meno una molecola “utile”.

Conclusioni

L’ esaidrocannabinolo sembra una molecola promettente, ma ricordiamo che è pur sempre una sostanza sintetica ottenuta con un procedimento di sintesi chimica, quindi non è affatto naturale come le altre che si ottengono dalla pianta di cannabis. Per creare questa sostanza si usano a volte dei catalizzatori chimici come il nickel, che possono comportare gravi problemi a chi è sensibile o allergico.

Per questo motivo, e considerando comunque che gli effetti promessi sono simili a una molecola 100% naturale come il CBD, diremmo che l’HHC può essere più una trovata pubblicitaria che una rivelazione.

Il CBD, naturalmente presente nelle inflorescenze di canapa, può essere ottenuto e consumato in modo naturale seguendo la filiera punto per punto, anche da casa propria. Nonostante gli attacchi recenti di uno Stato piuttosto miope, il CBD è completamente legale in tanti Paesi e viene usato a scopo medico, conquistando lo spazio che gli spetta di diritto.

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