La psiconautica è una parola che deriva dal greco “psyché” (anima, mente) e nautès (marinaio, navigatore), quindi significa in senso letterale “navigazione nella mente”.
La psiconautica è una metodologia di ricerca sulla natura e l’essenza umane, basata sull’esplorazione degli stati alterati di coscienza. Lo psiconauta si provoca volontariamente un’alterazione per giungere a una consapevolezza più grande o per creare. Quindi gli psiconauti non sono semplicemente tutti gli acquirenti degli smart shop, ma sono solo le persone che utilizzano le droghe naturali o altre tecniche per un fine meditativo.
Chi è stato il primo psiconauta?
I primi psiconauti sono stati tutti quei popoli indigeni – centinaia nella storia- che hanno utilizzato sostanze psichedeliche o tecniche di alterazione sensoriale per fini religiosi. Ma chi ha inventato la parola psiconauta è stato lo scrittore tedesco Ernst Jünger, che la usò per descrivere il suo conoscente Arthur Heffter. Questi era un farmacologo che negli anni ’70 si occupava della ricerca sulle sostanze psichedeliche sperimentandole su se stesso; fu anche il primo a isolare il principio attivo della mescalina dal peyote cactus.
Jünger scrisse poi un libro dal titolo: “'Approcci: droghe e intossicazione estatica” nel quale raccontava l’esplorazione della mente attraverso gli allucinogeni. La sua teoria era che: “Non regneremo come padroni di casa finché non avremo aperto la porta dell’ultima camera”.
Metodi di psiconautica
I metodi di ricerca psiconautica sono tantissimi e non necessariamente si avvalgono dell’uso di droghe. Qualsiasi metodo che porti a uno stato alterato di coscienza può essere usato dagli psiconauti per raggiungere la conoscenza a cui aspirano.
Ecco i principali metodi psiconautici:
- Uso di sostanze psicoattive (enteogeni): Nelle culture tradizionali le sostanze psicoattive usate per i viaggi mentali erano tutte di origine naturale come il peyote, l’ayahuasca, il san pedro, la cannabis, la salvia divinorum e così via. Oggi si sono diffuse anche le sostanze pure estratte da queste piante come anche gli allucinogeni sintetici (LSD eccetera).
- Tecniche di interruzione dei processi psicofisici: per indurre viaggi mentali si possono utilizzare anche tecniche di auto-privazione che sconvolgono i naturali processi fisiologici come il rifiuto del sonno, il digiuno, la deprivazione sensoriale, la capanna sudatoria.
- Rituali sciamanici e religiosi: nel corso di rituali religiosi strumenti come la musica, la danza o altre tecniche possono portare a una leggera alterazione della coscienza durante la quale è possibile vivere un viaggio spirituale.
- Onironautica: anche i sogni sono parte dell’esplorazione psiconautica. Esistono tecniche per indurre i cosiddetti sogni lucidi, sogni nei quali il “viaggiatore” è cosciente di vivere in uno stato alterato di coscienza.
- Ipnosi: L'ipnosi è uno stato alterato di coscienza caratterizzato da una profonda concentrazione e attenzione focalizzata, accompagnata da una riduzione della consapevolezza del mondo esterno. In questo stato, la persona può sperimentare cambiamenti nella percezione, nella memoria e nel comportamento.
- Meditazione: tra le tecniche della psiconautica rientrano anche la meditazione e i metodi di controllo e alterazione del respiro che possono indurre a una maggiore focalizzazione e chiarezza mentale.
- Stimolatori delle attività neurali: come mind machines, toni binaurali, dreamachine ecc.
- Preghiere e mantra: anche la ripetizione di suoni di preghiera o mantra può fare accedere a uno stato di coscienza più elevato.
Psiconauti famosi
Grazie a questi famosi psiconauti la scienza, a tutt’oggi scettica nei confronti delle sostanze psichedeliche, sta cambiando lentamente il suo approccio a questo tema.
- Timothy Leary
Timothy Leary era uno psicologo clinico alla Harvard University e a partire dagli anni ’60 condusse esperimenti di grande successo sull’uso della psilobicina come coadiuvante alla terapia psicologica. Dopo essere stato licenziato da Harvard divenne un noto personaggio della controcultura e un sostenitore dei benefici dell’LSD in campo psichiatrico.
- Albert Hofmann
Nel 1938, mentre cercava un nuovo stimolante respiratorio, Hofmann sintetizzò per la prima volta l'LSD, derivato dalla segale cornuta (un fungo parassita dei cereali). Solo cinque anni dopo, nel 1943, Hofmann decise di risintetizzare la sostanza e accidentalmente ne assorbì una piccola quantità attraverso la pelle. Questa esperienza lo portò a percepire effetti psichedelici, come distorsioni visive e un'intensa percezione della realtà, evento che ha poi chiamato il suo "viaggio" dell'LSD.
Successivamente, Hofmann decise di sperimentare in modo consapevole la sostanza. Il 19 aprile 1943 ingerì volontariamente 250 microgrammi di LSD, un dosaggio molto più elevato di quanto si pensava necessario, e documentò i suoi effetti. Quel giorno divenne famoso come il "Bicycle Day" poiché Hofmann, durante il picco degli effetti della droga, pedalò verso casa accompagnato da forti allucinazioni.
Negli anni successivi, l'LSD attirò l'attenzione di psichiatri, psicologi e artisti. Nella comunità scientifica fu studiato per il suo potenziale terapeutico in psichiatria, per esempio nel trattamento della depressione e delle dipendenze.
- Terence Mckenna
McKenna è famoso per aver esplorato e discusso gli effetti degli psichedelici naturali come i funghi allucinogeni (contenenti psilocibina), la dimetiltriptamina (DMT) e l'ayahuasca. Credeva che queste sostanze potessero aprire la mente a nuove dimensioni della coscienza e dell'esperienza spirituale.
Una delle sue teorie più note è la "Teoria della scimmia allucinata" (in inglese "Stoned ape theory"), secondo la quale l'evoluzione della coscienza umana e lo sviluppo del linguaggio sarebbero stati accelerati dall'ingestione di funghi psichedelici da parte dei nostri antenati. Secondo McKenna, l'esposizione a queste sostanze avrebbe avuto un ruolo nel potenziamento delle capacità cognitive e creative dei primi ominidi, contribuendo all'evoluzione della nostra specie.
- Alexander Shulgin
Alexander Shulgin è stato un farmacologo, biochimico e scrittore. Sebbene Shulgin non abbia inventato la MDMA, fu lui a riconoscerne il potenziale come strumento terapeutico. Raccomandò l'uso della sostanza in ambito psicoterapeutico, e diversi psicologi iniziarono a usarla negli anni '70 e '80 per aiutare i pazienti ad aprirsi emotivamente durante le sedute di terapia. Shulgin chiamava l'MDMA un "entactogeno", termine da lui coniato per descrivere le sostanze che favoriscono il contatto interiore e la connessione emotiva.