Estrazione dell'hashish Dry Sift: cosa sapere per non sbagliare

Estrazione dell'hashish Dry Sift: cosa sapere per non sbagliare

Tra le più popolari metodologie di estrazione dell’hash dalle cime di marijuana troviamo il metodo a secco, o dry sift, che prevede il passaggio del materiale vegetale attraverso una serie di setacci o comunque una manipolazione senza uso di agenti chimici per isolare i tricomi e creare l’hash.

Ma come fare bene il drysift o drytech hash senza sbagliare? Lo vedremo in questo articolo.

Dry hash tipi tradizionali               

Le tipologie di hasish estratte a secco sono di solito le lavorazioni tradizionali dei Paesi di cui queste preparazioni sono originarie. Vediamo le principali tipologie:

  • Hashish marocchino: tra i più celebri tipi di hash al mondo, questo viene prodotto passando la cannabis essiccata attraverso diversi setacci, spesso con l'ausilio di dispositivi meccanici. Il kief raccolto viene poi pressato in blocchi. Questo hashish è noto per la sua consistenza elastica e il suo aroma pungente, il colore va dal marrone chiaro al nero.
  • Hashish afghano: l’hashish afghano è tradizionalmente prodotto utilizzando il metodo del setaccio a secco, seguito dalla compressione del kief in blocchi solidi. Questo hashish ha una consistenza morbida e appiccicosa, spesso caratterizzato da un colore scuro e un aroma terroso.
  • Hashish libanese: l’hashish libanese viene prodotto setacciando la cannabis essiccata e poi stagionando il kief per diversi mesi. Dopo la stagionatura, il kief viene pressato in blocchi. Questo hashish può avere una consistenza più secca rispetto ad altri tipi di static hash.
  • Charas: il charas è un tipo di hashish ottenuto strofinando a mano le infiorescenze fresche di cannabis. Questo processo manuale permette di raccogliere i tricomi che si attaccano alle mani. Il charas è tipico delle regioni dell'India e del Nepal.

Versione moderna del dry hash, il drysift: come farlo

Il primo passaggio per ottenere in modo semplice e privo di agenti chimici del buon kief che diventerà poi dry sift è procurarsi delle cime di cannabis  di buona qualità: dai un occhio alla nostra collezione di semi femminizzati se sei interessato a scoprire le genetiche migliori.

Per fare il tuo hash a secco ti servirà poi un Dry Sift Screen, ovvero una maglia di nylon strettissima con fori di 150-38 micron. Per completare il “kit” ti serviranno una spatola, un imbuto per raccogliere il kief, una pressa per polline e un grinder abbastanza capiente. Puoi autocostruire i materiali necessari o reperirli online.

Il procedimento è il seguente:

  • Triturare le cime col grinder
  • Posizionare il trim sul dry sift screen, che va messo su una superficie piana e montato secondo le istruzioni: il setaccio a maglie più larghe sopra, gli altri sotto in ordine di grandezza decrescente.
  • Scuotere il dry sift screen orizzontalmente e verticalmente e aiutarsi con la spatola per far scendere una quantità maggiore di materiale.
  • Ripetere l’operazione fino a ottenere nel vassoio di raccolta, posizionato al termine dell’ultimo setaccio, la quantità di tricomi desiderata.
  • In questo momento nel vassoio di raccolta sarà presente il kief: per pressarlo e trasformarlo in hash puoi raccoglierlo tramite un imbuto e passarlo in una pressa per polline.

come ottenere un hash drysift migliore

La qualità dell’hash dipende da quella della materia prima utilizzata, per cui seleziona cime di buona qualità e in quantità sufficiente da produrre quantomeno una “moneta” di hash.

Ricorda che per ottenere più facilmente il drysift è consigliabile mettere le cime in congelatore per almeno 24 ore: questo faciliterà il distacco dei tricomi e velocizzerà l’intera procedura.

Fai in modo di lavorare in un ambiente idoneo sia per quanto riguarda la temperatura sia per quanto riguarda l’umidità: l’ideale è una stanza con almeno 15 gradi di temperatura e un’umidità inferiore al 50%. Se puoi scegliere, la tua stanza è meglio di uno scantinato o di una cucina.

Infine, lavora sempre con kit per dry sift a più setacci: il lavoro è più lungo ma ne vale la pena, perché la qualità finale sarà nettamente migliore.

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