Fertilizzanti per cannabis
Per coltivare la cannabis in casa è importante fare attenzione al tipo di terreno, all’irrigazione e alla scelta delle fonti luminose, ma non bisogna dimenticare l’importanza di un altro elemento: il fertilizzante. Grazie all’aggiunta di sostanze nutritive al terreno la tua pianta di marijuana crescerà infatti più sana e robusta. Esistono diversi tipi di fertilizzanti, sia sintetici sia naturali, e tra questi molti possono essere realizzati in casa.
Prima di tutto, un po’ di chimica: per crescere meglio la cannabis ha bisogno, come le altre piante, di alcuni nutrienti essenziali. Questi sono l’azoto, il potassio e il fosforo. Spesso troviamo riuniti questi tre elementi, con le loro iniziali scientifiche, nella sigla NPK. Se intendi comprare il tuo fertilizzante in negozio, controlla che questa sia presente.
I fertilizzanti che contengono NPK sono detti fertilizzanti minerali: sono considerati molto buoni sul piano della resa e semplici da usare, ma hanno il difetto di rendere le cime più aspre al gusto.
Fertilizzanti naturali
Per ovviare al problema del gusto alcuni coltivatori preferiscono i cosiddetti fertilizzanti organici, o biologici, che sono prodotti sfruttando la decomposizione di elementi organici vegetali o animali. Questi composti non interferiscono con il gusto delle cime, essendo totalmente naturali, ma a differenza dei fertilizzanti NPK potrebbero dare risultati meno certi e immediati.
È poi possibile optare per una soluzione un po’ più laboriosa ma molto economica: produrre i fertilizzanti per cannabis in casa. Vediamo quali sono i migliori fertilizzanti “fai da te”:
Fondi di caffè
Questo vecchio trucco molto utilizzato per le piante da balcone è perfetto anche per chi coltiva cannabis. Si tratta di aggiungere ogni tanto dei fondi di caffè al terreno. Questi contengono molto azoto, il quale viene rilasciato lentamente nel terreno e stimola la crescita delle piante in modo naturale ed ecologico. I fondi di caffè sono un elemento di scarto che viene prodotto ogni giorno nella maggior parte delle case italiane.
Acqua di cocco
Questa bevanda, così salutare per l’uomo, lo è anche per la cannabis. L’acqua di cocco è composta al 96% di H2o, ma contiene una quantità di vitamine e minerali molto più elevata rispetto all’acqua del rubinetto. Gli zuccheri naturali e le proteine aiutano le piante che vengono bagnate con questo liquido a crescere prospere e sane.
Succo di pianta fermentato (FPJ)
Questo metodo preso in prestito dall’agricoltura coreana si è rivelato ottimo per la crescita della marijuana. Si tratta di selezionare pezzi di frutta o foglie di piante, pestarli in un mortaio con abbondante zucchero di canna, farli fermentare per alcune settimane in un luogo buio e infine filtrare la miscela. Molte piante possono essere convertite in FPJ, ad esempio l’aloe vera, l’achillea, l’ortica, e per la frutta vanno bene il peperone dolce, i frutti di bosco e le albicocche. Per non perdere batteri essenziali è vietato lavare i vegetali prima di lavorarli.
Compost
Il compost non è incluso tra i fertilizzanti veri e propri, tuttavia è un’ottima base di partenza. Aggiungere il compost al terreno significa lavorare sul sostrato e arricchirlo, fornendo alla pianta un’ottima base nutritiva che riduce il bisogno di fertilizzanti. Chi possiede in casa una compostiera o ne ha costruita una fai da te ha già un’ottima base di partenza.
Conclusioni
In definitiva la concimazione della cannabis, come quella di molte altre piante, può seguire diversi approcci: andiamo dai composti “industriali” a quelli più naturali e addirittura autoprodotti. La maggior parte dei coltivatori di successo ha trovato, con l’esperienza, un mix personale tra queste possibilità, passando dal minerale all’organico in diverse fasi della coltivazione. Per i principianti il consiglio è sempre iniziare comprando i fertilizzanti, per poi sperimentare gradualmente composti fatti in casa.