Quando si comincia a coltivare la cannabis ci sono tante cose a cui pensare: l’illuminazione, l’irrigazione, i concimi da procurarsi… ma tutte queste considerazioni possono valere ben poco se non si sceglie il sostrato giusto! Se scegliamo di coltivare la nostra canapa nel modo più naturale, ossia piantando un seme nel terriccio, dobbiamo assicurarci che questo faccia al caso nostro.
Caratteristiche
Che caratteristiche deve avere il terriccio per cannabis? Il sostrato migliore è quello di consistenza “leggera” e in grado di trattenere una buona quantità d’acqua. Il terriccio può fare al caso nostro se è:
- Di colore scuro: significa che è ricco di nutrienti.
- Non troppo compatto a livello di consistenza: “leggero” appunto.
- Ben drenato. Ci si accorge che il terreno è adatto quando, versandoci dell’acqua, questa non rimane per troppo tempo in superficie ma penetra con facilità. Andando a nutrire velocemente le radici senza creare pantani.
- La cannabis si adatta a tanti tipi di sostrato e sono molti i cosiddetti “ammendanti” che si possono acquistare per correggere difetti specifici del terreno: molti coltivatori mescolano al terriccio della fibra di cocco, perché aiuta ad alleggerire i sostrati troppo compatti. La perlite, uno degli ammendanti più utilizzati in assoluto, migliora il ricambio d’aria e la ritenzione idrica. Molto usati sono anche la vermiculite e il vermicompost.
- I terreni limosi, composti cioè da un mix di sabbia, argilla e limo, sono l’equilibrio perfetto tra ossigenazione, idratazione e nutrimento! Sono ideali per coltivare la cannabis, anche se costano un po’ di più dei terricci universali.
Quale terriccio, invece, non si presta alla coltivazione della cannabis, rendendo il raccolto meno fruttuoso?
- Il terreno fangoso e che si impregna non è molto adatto perché trattiene molta acqua ed è più facile eccedere con l’irrigazione.
- Il terriccio molto compatto e spesso non aiuta l’aerazione delle radici, quindi è meno indicato.
Il PH
Oltre alla consistenza, alla capacità di drenaggio e ai nutrienti, il terreno dovrebbe avere un pH specifico per dare i migliori risultati. Secondo gli esperti, il pH ideale per la canapa oscilla tra 5,8 e 6,3.
Per misurare il pH si può acquistare uno strumento detto pHometro o in alternativa utilizzare una cartina tornasole. In un contenitore a chiusura ermetica, mescolare una parte di terra e due parti di acqua distillata; agitare accuratamente e attendere che la terra si depositi sul fondo del contenitore, quindi immergere la cartina di tornasole per il tempo indicato sulla confezione e analizzarla secondo le istruzioni.
Anche se molti coltivatori amano “comporre” da soli il proprio sostrato, il migliore consiglio per i principianti è acquistare un terriccio per cannabis specifico per la coltivazione della canapa, in modo da essere sicuri di possedere una buona base, con tutte le caratteristiche richieste.
Conclusione
La canapa, tutto sommato, è una pianta che sa essere abbastanza rustica e che in tempi recenti è stata utilizzata addirittura per ripulire i terreni contaminati, ad esempio nelle vicinanze di Chernobyl o di Taranto. I consigli che ti abbiamo dato mirano a ottenere il massimo delle performances possibili dalle tue piantine, che comunque se curate con costanza e amore cresceranno bene su tanti terreni diversi.
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